Caltanissetta

Mercoledì 27 Novembre 2024

Addio ad Harold Ramis, uno dei mitici "Ghostbusters"

NEW YORK. Addio a Harold Ramis, uno dei mitici «Ghostbusters»: l'attore, sceneggiatore, regista americano è morto a Chicago, in seguito a una malattia rara, a soli 69 anni. Ramis raggiunse la celebrità interpretando nel 1984 il mitico «Acchiapafantasmi», e poi nel 1993 quando diresse l'esilarante «Groundhog's Day», uscito nelle sale italiane come «Ricomincio Da Capo» con Bill Murray, e poi, sei anni dopo, «Terapia e Pallottole» con Robert De Niro. È stata la moglie Erica a dare la notizia della morte. Ramis aveva sofferto negli ultimi anni di vascolite infiammatoria, una malattia che provoca il rigonfiamento dei vasi sanguigni. Un contemporaneo di John Belushi, Ramis aveva cominciato come insegnante e giornalista a Chicago prima di farsi le ossa come autore satirico negli anni settanta nella celebre National Lampoon Radio Hour. Di lì a scrivere i testi di film leggendari come «Animal House» il passo era stato breve. La sua comicità a ruota libera aveva avuto due ispirazioni: da un lato i fratelli Marx, ma anche una breve esperienza di lavoro dopo il college in un centro per malati mentali del Missouri: «Mi ha preparato per quando sono andato a Hollywood a lavorare con gli attori», aveva spiegato: «E non solo per gli attori. Per la vita». Dopo la morte di Belushi per overdose, Ramis si era quindi associato con Ivan Reitman, il produttore di «Animal House», per scrivere e recitare in una serie di film tra cui «Stripes» (sempre con Murray) e i due «Ghostbusters», film considerati tra i maggiori successi di cassetta nel settore delle commedie brillanti degli anni Ottanta. A Ramis e Murray, per la famosa serie degli «Acchiappafantasmi», si era unito Dan Ackroyd. Ma il film più amato tra quelli che hanno visto Ramis dietro la macchina da presa è stato «Groundhog Day», con Bill Murray nella parte di un «Mr. Bernacca» concentrato in se stesso, che nel 2006 è stato inserita dal National Film Registry della Biblioteca del Congresso tra le opere di cinema da salvare perchè culturalmente, storicamente o esteticamente significativa».

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