ROMA. Il caso Sanremo, con il calo di ascolti rispetto alla passata edizione, finisce sul tavolo del consiglio di amministrazione Rai, mentre è già partita la caccia al prossimo conduttore. A lanciare il sasso è Fabio Fazio che su Twitter scrive: «L'idea giusta per #sanremo2015: Fiorello + Fiorello. Un cognome solo per una grande coppia». Rosario e Beppe insieme sul palco dell'Ariston, questa la proposta che avrebbe tutta l'aria di un no al tris, se non fosse che il conduttore precisa poi di non escludere un ritorno all'Ariston nel 2015. «Ci sto pensando», assicura. A stretto giro risponde con un cinguettio Fiorello: «caro fabfazio, in due il tiro a segno verrebbe meglio. In due non sbaglierebbero mai. Grazie della stima». «È da tempo che lo dico. Visto che Leone sta raccogliendo idee, anch'io ho dato la mia», sottolinea Fazio riferendosi al "contest" avviato sul social network dal direttore di Rai1, Giancarlo Leone, per stimolare proposte sul rinnovamento della formula di Sanremo.
Secca la replica di Rosario Fiorello: «Ovviamente la risposta è no. Non è nelle mie corde. E poi Sanremo è preso troppo seriamente. Ci si fa entrare perfino la politica. Il fatto è che non è il mio mestiere. Alla terza volta che dico "Signore e signori ecco a voi...", mi sono già rotto. Non posso sostenere quella pressione. Fazio che è una persona a modo, la terza sera ha detto "Mi avete rotto le palle", figuriamoci. Fazio al mio confronto è il Dalai Lama, io con il mio carattere fumantino - aggiunge -, non ce la potrei proprio fare. Fazio ha fatto un ottimo Festival. Andrebbe benissimo se lo rifacesse anche l'anno prossimo». Al massimo «potrei fare l'ospite: mezz'ora a far ridere. Ma condurre proprio no, mai. Ma scusi: a maggio compio 54 anni, perchè devo passare cinque giorni di inferno? Se fosse divertente ok, ma non è divertente». Quindi, Fiorello coglie «l'occasione per ringraziare il direttore» di Rai1 «che più volte mi ha citato, e i miei estimatori che su twitter manifestano il desiderio di vedermi condurre Sanremo. È un attestato di stima che fa comunque piacere. Ma io rimango nel mio orticello, nel mio bar, nei teatri».