MILANO. Le terre e le pagine di Piero Chiara rivivono al cinema nel nuovo film di
Giulio Base, "Il Pretore", nelle sale dal prossimo 3 aprile. Il pretore Augusto Vanghetta è Francesco Pannofino, protagonista tragicomico del romanzo di Chiara "Il pretore di Cuvio" (1973). Vanghetta, pretore di una piccola provincia sul Lago Maggiore, è sempre più lontano dalla moglie Evelina (Sarah Maestri), sposata per puro tornaconto economico, distratto com'è dalla sua passione per le donne e dalle sue velleità teatrali concentrate nella stesura della pomposa commedia "L'amore è un'equazione". Nel più classico degli equivoci assumerà come assistente per il suo lavoro in pretura il giovane avvocato Mario Landriani (Mattia Zàccaro Garau), portandolo addirittura a casa quasi come figlio adottivo, inconsapevole delle conseguenze catastrofiche di questa scelta sulla vita del pretore e di Evelina. Gli attori che completano il cast - Eliana Miglio nella parte di Armandina Règner de Monfleury, Carlina Torta nella parte di Rosa Malcotti, Debora Caprioglio nella parte di Tecla, Carlo Giuseppe Gabardini nella parte dell'Avvocato Memeo e l'ex Fichi D'India Massimiliano Cavallari nel ruolo dell'ingegner Pepere Lopez - ricreano l'ambiente umano della provincia lombarda descritto da Piero Chiara. Altrettanto importante l'ambiente geografico, ricostruito grazie all'accurata scelta dei luoghi cari allo scrittore (dal Caffè Clerici di Luino alle strade della Valcuvia), che immergono lo spettatore nell'atmosfera del romanzo. Con questo approccio Giulio Base si è avvicinato al testo di Chiara, cercando - come spiega lui stesso nelle note di regia - di ritrovare «la giusta misura fra commedia di costume e dramma umano» delle pagine dello scrittore di Luino. "Il pretore di Cuvio" non è il primo romanzo di Chiara ad essere adattato per il grande schermo ("Venga a prendere il caffè da noi" di Alberto Lattuada nel 1970, 'Il piatto piangè di Paolo Nuzzi nel 1975), ma forse è quello più di successo, vero bestseller del 1973: per questo, nello sceneggiare la pellicola prodotta da Lime Film in collaborazione con Rai Cinema, Dino Gentili e Giulio Base hanno avvertito un doppio rischio, tentando di restituire quel «sorriso amaro che lascia la lettura dell'originale» a un pubblico affezionato alle pagine originali. Se ci saranno riusciti il merito andrà anche a Francesco Pannofino, che con le sue doti mostrate al cinema e in tv ha già dimostrato di saper dominare contemporaneamente un registro comico e uno malinconico, entrambi appropriati per descrivere il personaggio del pretore Augusto Vanghetta.