NEW YORK. «Parlo da non credente, ma penso che Bergoglio sia un Papa coraggioso
anche se è chiaro che ci sono dei limiti che non può superare»: dice Marco Bellocchio che il MoMa di New York celebra con una retrospettiva nel corso della quale verranno proiettati 18 dei suoi più celebri film, da "I pugni in tasca" al "Regista di matrimoni", da "Buongiorno notte" a "Bella addormentata". Il messaggio del Pontefice di stare in mezzo agli ultimi, alla gente comune, secondo lui è molto importante. «Non credo sia un ipocrita - sostiene -. Sicuramente rispetto ad altri ha una maggiore capacità di perdono e di non esclusione. Penso che la Chiesa cattolica non accetterà mai il matrimonio gay, ma certamente può aprire una porta, per esempio permettendo ai divorziati di comunicarsi». La rassegna che MoMa e istituto Luce Cinecittà dedicano al regista è una panoramica complessiva, «l'idea di un percorso», come afferma Bellocchio. «Questi film in una certa misura interpretano la società italiana», continua, spiegando che lui utilizza abbastanza spesso, pur trasformandola, la sua autobiografia, ma «in modo molto libero». «Prendiamo "I pugni in tasca" - aggiunge - si può dire che è la storia della mia adolescenza, ma è un film dove chi conosce la mia vita non ritrova alcun personaggio reale. Se cerchi di fare un cinema che aspira all'originalità, però, parti sempre dalla profondità di una tua esperienza». Il regista, pur dicendo di ammirare enormemente tanti grandissimi cineasti statunitensi, tiene a sottolineare il suo forte legame con il Vecchio Continente e con l'Italia: «Non ho mai pensato di "americanizzarmì - spiega - perchè in realtà la mia formazione, la mia cultura, i miei maestri sono europeì. »Bellocchio ha sfidato il potere, la censura e qualche volta persino il suo pubblico trattando argomenti come il ruolo delle donne, la sessualità, la chiesa, la politica, il terrorismo - ribadisce il MoMa in un comunicato - Insieme a Bernardo Bertolucci e Pier Paolo Pasolini è diventato uno dei registi più importanti del panorama italiano e una guida per le generazioni future». Il regista, che il New York Times ha definito «il poeta della ribellione», è al centro di un libro presentato presso l'Istituto italiano di Cultura di New York: "Morale e bellezza - Marco Bellocchio", curato da Sergio Toffetti e pubblicato da Luce Cinecittà e Centro Sperimentale di Cinematografia. Una guida alla retrospettiva in italiano e in inglese che racchiude saggi, interviste, testimonianze e fotografie su cinquant'anni di carriera. A celebrare Bellocchio è presente anche l'ex segretario del Pd, Walter Veltroni. «Mi è sempre sembrato che il cinema di Marco sia una specie di triangolo che ha tre punti di riferimento: la mente, la storia e la libertà - dice -. Il suo cinema va nel profondo, nella coscienza e nella psiche di chi guarda i suoi film, e allo stesso tempo va in alto, perchè guarda a quei valori imprescindibili che sono la storia e la libertà».
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