ROMA. Un viaggio fino alla Patagonia cilena perchè due fratelli della provincia del Nord Italia, uno etero e molto conformista, Loris (Luca Marinelli), e uno più sensibile e gay non dichiarato, Davide (Filippo Scicchitano), comincino finalmente a comunicare e anche a crescere. È quello che racconta "Il mondo fino in fondo", opera prima di Alessandro Lunardelli, già passata ad Alice al Festival di Roma e ora nelle sale dal 30 aprile in 40 copie distribuite da Microcinema. Questa la storia. Davide e il fratello maggiore Loris vivono ad Agro, paesino del nord Italia. Figli di un industriale, lavorano entrambi nella fabbrica di passamaneria di famiglia. Loris, trentenne, non ha alcuna idea che suo fratello sia omosessuale, per lui l'unica cosa che conta è il calcio, anzi l'Inter. Proprio per seguire la sua squadra del cuore Loris chiede a Davide di andare con lui a Barcellona. Ma in Spagna Davide conosce Andy (Cesare Serra), cileno ed ecologista convinto, di cui si innamora e che segue fino a Santiago. Arrivato in Cile, Davide entra in contatto con un mondo nuovo, lontano dalla provincia, fatto di lotte ecologiste e di attivisti a capo dei quali c'è Ana (Manuela Martelli), l'ex-ragazza di Andy. Nonostante la delusione amorosa, Davide decide di rimanere a Santiago e di iniziare una nuova vita lontano dal provincialismo di Agro, ma non tutto va come previsto. Il fratello Loris è infatti sulle sue tracce. «Ho scelto la Patagonia cilena e non quella argentina - spiega il regista -, perchè volevo un posto in qualche modo vergine e anche perchè, quando è stato girato il film, nel 2010, era un Paese in grande fermento. E poi, va detto, ho avuto lì un grande innamoramento per Alfredo Castro (che nel film interpreta il tassista Lucho)». Tra i due fratelli, Davide e Loris, è quest'ultimo «a subire il maggiore cambiamento - sottolinea Lunardelli -. È lui la vittima del sistema provinciale in cui vive, quello che ha sposato l'azienda del padre. Seguendo il fratello Davide, lo troviamo come alla deriva, ma sarà anche il primo a sentirsi come liberato da quello che era in precedenza». Quanto all'Inter, il regista del film - che è un piccolo miracolo in quanto a costi, solo 1.200.000 euro per otto settimane di girato in tutto il mondo - confessa di non essere «affatto interista, ma casomai della Roma nonostante sia ligure. La scelta di quella squadra è stata solo un fatto contingente, nel 2010 sfidava il Barcellona». Confessa, infine, Filippo Scicchitano (Scialla!), il credibilissimo Davide di Il mondo fino in fondo: «Sono uscito cambiato da questo viaggio e da questo film. Ora mi sento più maturo». Mentre Marinelli ci tiene a dire: «Questo rapporto di fratellanza, tra me e Scicchitano, c'è stato davvero sul set. Il viaggio, poi, resta sempre un'esperienza di vita. Mi dispiace solo che questi due personaggi abbiano dovuto varcare l'oceano per trovare se stessi».
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