CANNES. Tredici corti, tra allegoria e precisi e spesso drammatici riferimenti storici, per non dimenticare. Ovvero un film collettivo dal titolo I ponti di Sarajevo che commemora i 100 anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale presentato oggi in Proiezione Speciale al Festival di Cannes. Firmato da un gruppo di registi europei sotto la direzione artistica di Jean-Michel Frodon, il film mette in campo anche due nostri cineasti: Vincenzo Marra e Leonardo Di Costanzo con due lavori prodotti da MIR Cinematografica in collaborazione con Rai Cinema. Si affiancano loro: Aida Begic, Jean-Luc Godard, Kamen Kalev, Isild Le Besco, Sergei Loznitsa, Ursula Meier, Vladimir Perisic, Cristi Puiu, Marc Recha, Angela Schanelec, Teresa Villaverde. Intanto l'episodio di Leonardo Di Costanzo L'AVAMPOSTO interamente girato in Trentino, tra il massiccio del Pasubio e le trincee del Nagià-Grom in Valle di Gresta, ricostruisce l'esperienza del soldati al fronte durante la Grande Guerra. Il fatto è che un avamposto italiano è sotto scacco da un cecchino nemico che ha già ucciso cinque soldati che hanno tentato di aggirarlo. Ora nella trincea c'è solo tanta paura, perchè il prossimo destinato a uscire è quasi sicuramente destinato a morire. Ne IL PONTE Vincenzo Marra ricostruisce la drammatica esperienza di una coppia di bosniaci esiliati a Roma alle prese con le dolorose memorie del'assedio di Sarajevo, all'inizio degli anni '90. Ora il padre di lui è morto a Sarajevo e ci sono, a giorni, i funerali e l'uomo non riesce proprio a tornare a quella città e ai suoi brutti ricordi. Tra i tanti episodi quello di Jean Luc Godard LE PONTS DES SOUPIR dove il regista mescola nichilismo, arte e morte; c'è poi REFLEXIONS di Sergei Loznista, dove immagini di combattenti morti si riflettono su scene di vita serena nella Sarajevo di oggi. Bizzarri i due episodi iniziali MA CHERE NUIT di Kamen Kalev e OUR SHADOWS WILL di Vladimir Persic. Nel primo Francesco Giuseppe d'Austria ha come il presentimento, il presagio di quella morte che farà scoppiare il conflitto. Nel secondo ci sono invece tutte le ragioni del suo attentatore, ovvero lo studente Gavrilo Princip, membro della Mlada Bosna (Giovane Bosnia), un gruppo politico che mirava all'unificazione di tutti gli jugoslavi. Bellissimo l'episodio finale SILENCE MUJO di Ursula Meier. Dove un ragazzino di dieci anni va a raccogliere il pallone nel cimitero adiacente al campo di calcio. Li trova una giovane donne piena di lutti di guerra. Tra loro nasce subito tenerezza che si conclude con un abbraccio finale.
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