ROMA. La stampa estera in Italia pensa diverso, ma fino ad un certo punto. Il Globo d'oro al miglior film va infatti all'affresco di varia umanità ai tempi della crisi de "Il Capitale umano" di Paolo Virzì, stessa scelta dei David di Donatello, ma per il resto, come già rilevato nella scelta della cinquine, ha preferito premiare stasera a Palazzo Farnese il cinema indipendente e i temi sul disagio economico di oggi. Il Gran Premio della Stampa Estera, il secondo per importanza, va a "In Grazia di Dio" di Edoardo Winspeare, ovvero la storia di quattro donne che nel Cilento tornano alla "madre terra" per guardare in faccia la crisi (una storia che ricorda le Meraviglie di Alice Rohrwacher). Miglior attore è risultato invece Antonio Albanese per 'L'intrepidò, ancora un film sulla crisi con protagonista un antieroe con «un'eroica ostinazione a resistere», come ha detto lo stesso regista Gianni Amelio. Un uomo che, per non soccombere, pratica il mestiere del rimpiazzo sui posti di lavoro più disparati. Globo d'oro, come miglior attrice, a Sara Serraiocco per l'opera prima "Salvo" scritto e diretto da Fabio Grassadonia ed Antonio Piazza, storia di un killer di mafia che si redime di fronte a un miracolo. Ancora crisi economica per il premio miglior opera prima andato a "Zoran il mio nipote scemo" di Matteo Oleotto con Battiston nei panni di Paolo Bressan, uomo cinico col vizio del vino, che non manca di sfruttare i talenti di un nipote ereditato da una lontana zia slovena. Nel caso della miglior commedia, premio andato a "Smetto quando voglio" dell'esordiente Sydney Sibilia, c'è la crisi nel suo aspetto più di comico e nel segno dell'antica arte dell'arrangiarsi. Grande sconfitto ai David (dove aveva 12 candidature) questo film è invece piaciuto alla stampa estera con il racconto di un ricercatore universitario di 37 anni senza una lira. Uno che non ci sta a fare il lavapiatti e così recluta tutti i suoi amici accademici finiti in rovina, eccellenti latinisti, antropologi e quant'altro e mette su una banda. Altri vincitori: miglior fotografia, andata a Stefano Falivene per Still Life; miglior sceneggiatura a Pif, Michele Astori e Marco Martani, per La mafia uccide solo d'estate; miglior musica a Aldo De Scalzi e Pivio per "Song 'e Napule" (hanno vinto nella stessa categoria anche un David); miglior documentario a "The Stone River" di Giovanni Donfrancesco e miglior cortometraggio a "Sassywood" di Antonio Andrisani e Vito Cea. Il premio alla carriera, infine, alla grandissima Claudia Cardinale.
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