"Il ragazzo invisibile", realtà e fantasia nel nuovo film di Salvatores: "Tutti ci siamo sentiti supereroi"
ROMA. «Con questa operazione abbiamo cercato di legare gli aspetti più eclatanti e fantastici alla realtà. Abbiamo, ad esempio, fatto delle proiezioni con alcuni ragazzi anche per capire le loro reazioni. C'è stata una bambina di dieci anni che ha detto una cosa stupenda: è un film bellissimo perchè è reale, ma è anche magico». Così il premio Oscar Gabriele Salvatores ha parlato, alla presentazione del listino Rai Cinema, del suo prossimo film "Il ragazzo invisibile", che la 01 distribuirà a Natale. Protagonista del lungometraggio è Michele, 13 anni, un ragazzo che vive in una tranquilla città sul mare. Non brilla nello studio, non eccelle negli sport, ma a lui poco importa. A Michele basterebbe avere l'attenzione di Stella, la ragazza che in classe non riesce a smettere di guardare. Eppure ha la sensazione che lei proprio non si accorga di lui. Ma ecco che un giorno il succedersi monotono delle giornate viene interrotto da una scoperta straordinaria: Michele si guarda allo specchio e si scopre invisibile. La più incredibile avventura della sua vita sta per avere inizio. Nel cast del film: Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappaport e Nao Zata. «Questo lavoro - aggiunge Salvatores - è ispirato certamente ai fumetti e alla fantascienza e forse non tanto ai supereroi. Fumetti e fantascienza sono state due grandi passioni della mia vita, due fonti di ispirazione, ma quello che mi piace di più, quando mi metto dietro la macchina da presa, è provare cose nuove. Tra queste con "Il ragazzo invisibile" ho imparato, ad esempio, una cosa non da poco: gli effetti speciali sono essenziali, ma non hanno alcun senso se non ce un pensiero dietro a quegli stessi effetti». Sulla prestigiosa collocazione del Natale per l'uscita del film, dice il regista di Mediterraneo: «Sono sicuramente onorato che sia il film di Natale e che Rai Cinema e 01 ci credano e si puntino. Certo è anche una responsabilità, ma perchè lasciare sempre quel periodo agli americani? Ci proviamo e io sono molto ottimista in questo senso. Certo, non è Batman, nè Iron Man, ma per certi versi forse e anche più complicato, è un film trasversale, un film che racconta una storia, una di quelle storie che vuoi vedere come va a finire». E poi conclude: «Chi a tredici anni non si è sentito mai o ha immaginato di essere un supereroe? Tutti ci siamo sentiti almeno una volta nella vita supereroi». Infine sulla cartella stampa si legge a firma di Salvatores: «Ultimamente mi vengono a cercare storie che riguardano l'adolescenza, quel momento di straordinario cambiamento in cui ci si sente trasparenti di fronte agli altri oppure troppo ingombranti e si vorrebbe avere il superpotere di scomparire».