ROMA. Intanto, l'impresa non da poco: quella di fare un film su Giacomo Leopardi. Un vero coraggio da parte di Mario Martone che si misura ne "Il giovane favoloso" con questa figura di poeta introverso e triste, ma capace anche di inaspettata ironia e slanci. E, almeno da quanto appare nelle prime immagini presentate ai listini di Rai Cinema, questi aspetti inediti e nuovi, almeno per il grande pubblico, sono quelli che rappresenterà Elio Germano vestendo la figura dell'intellettuale di Recanati. «Dopo "Noi credevamo" mi sono detto - ha spiegato in una intervista Martone -: non posso fare un altro film sull'800, volevo fare addirittura un film di fantascienza. Ma la figura di Leopardi mi ossessionava e ho deciso di seguire la passione». Insomma, come dice lo stesso regista, una vero ossessione per il poeta e filosofo marchigiano, nato a Recanati nel 1798 e morto a Napoli 39 anni. Un'artista che ha avuto una vita nel segno della Melancolia, ovvero divisa tra catatonia e furore. «Ho subito pensato a lui - dice Martone della scelta di Germano -. Senza Elio non avrei fatto il film. Si è immerso in Leopardi con un entusiasmo contagioso. Dopo pochi giorni di lavoro era già in grado di imitarne alla perfezione la grafia. È essenziale anche l'intesa con Riondino che è Antonio Ranieri, l'amico della vita, colui che lo porta via dall'oppressione familiare, il vero fratello di Giacomo e forse l'unico contemporaneo che ne comprende la grandezza». Tra le sorprese del film, anche la rivisitazione di Monaldo come padre-padrone reazionario e papalino:«una visione che si rivela ingiusta. Era un uomo che disponeva a Recanati, di una biblioteca da far invidia alle grandi corti europee, con centinaia di testi scientifici e moltissime opere messe all'indice dalla chiesa cattolica. È generoso, e pure lui, un illuso. Alla fine aprirà la sua biblioteca a tutti i cittadini, ma nessun recanatese si presenterà all'inaugurazione.» Girato tra Recanati, Napoli, Firenze e Roma, il film, che potrebbe approdare alla prossima Mostra del cinema di Venezia, ha un budget importante (ben 8 milioni di euro). E tutto nel segno della modernità. «Leopardi - spiega Martone - ha a che fare con le illusioni e le disillusioni dell'animo, anche quelle di oggi. Sentire la vita che è in grado di trasmettere nonostante la sua sofferenza è un mistero che non ha fine». Infine sullo sviluppo e creazione di questo progetto, spiega: «nel 2011 allo Stabile di Torino mi avevano chiesto di portare in palcoscenico un grande testo italiano e io entrando in una libreria, dopo aver perso un treno, mi sono ritrovato fra le mani le Operette morali, un libro che ho sempre amato. Ho pensato subito fosse la scelta giusta. Leopardi attinge al passato per guardare molto in avanti, è come se fosse precipitato in un tempo non suo». Nel cast del film, prodotto dalla Palomar con Rai Cinema, anche Massimo Popolizio, Anna Mouglalis, Valerio Binasco, Paolo Graziosi, Edoardo Natoli e Isabella Ragonese.
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