ISCHIA. Sono bastati una manciata di film - Wilde Salome di Al Pacino, The Tree of life di Terrence Malick, The Help di Tate Taylor, Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow - per fare di Jessica Chastain una delle attrici più in vista del cinema, con due candidature all'Oscar e un futuro glorioso davanti. Californiana di Sacramento, 37 anni, pelle chiarissima e capelli rame, una bellezza come Nicole Kidman prima del botox disaster e un sorriso alla Julia Roberts, Jessica Chastain si prepara ad un nuovo progetto sfida, portare Marilyn Monroe sullo schermo in Blonde. «Sono elettrizzata - dice a Ischia Global Fest che l'ha premiata attrice dell'anno -: non è un biopic classico quello che Andrew Dominik sta preparando, ma una storia sull'idea di questa donna che diventa bionda e che viene divorata dalla fama e dall'industria cinematografica. Penso che sia una storia importante da raccontare a Hollywood dove il sistema degli studi non è poi così cambiato da allora». Si lavora alla sceneggiatura, non c'è una data di inizio riprese, ma la Chastain anticipa che sulla parte finale della vita di Marilyn si concentrerà Blonde, basandosi sull'omonimo libro di Joyce Carol Oates che in 700 pagine immagina la vita interiore, poetica e spirituale di Norma Jeane Baker. «Era un'attrice incredibile, sensibile, vulnerabile anche se Hollywood ha fatto credere che sia stata una bomba sexy», dice Jessica che preferisce Fermata d'autobus a tutti gli altri film di Marilyn. Prima di Blonde, però, la Chastain sarà in sala il 5 febbraio con il romantico The disappearance of Eleonor Rigby di Ned Benson, passato all'ultimo festival di Cannes e prima ancora in uno dei film più attesi della stagione, il kolossal apocalittico Interstellar di Christopher Nolan in cui divide la scena con Matthew McConaughey e Anne Hathaway, in sala il 6 novembre. Nuove sfide per l'attrice che si definisce «timida e coraggiosa insieme. Mi sento sempre sull'orlo del precipizio e per questo accetto di sfidare me stessa. Questo mix di insicurezza, vulnerabilità e al tempo stesso determinazione e fiducia nei propri mezzi è una cosa che mi appartiene ma che ho riscontrato in tanti attori. Non mi ritengo mai brava abbastanza e confesso di essere una workaholic. Come combatto la mia dipendenza dal lavoro? Venendo in Italia, non c'è niente di più rilassante per me che questo paese dove puoi stare a tavola a chiacchierare 4 ore». La Chastain, che è anche un'icona fashion e beauty (da Ischia l'altro ieri è andata a Capri all'evento dei suoi amici Dolce & Gabbana) è una grande frequentatrice del nostro paese: «Come tante studentesse americane ho trascorso molto tempo nelle città d'arte e al mare, zaino sulle spalle». Ultimamente un pò di più, da quando è fidanzata con il manager di Moncler, Gian Luca Passi de Preposulo, una bella coppia a passeggio per le stradine dell'isola, dove lei era stata 10 anni fa da backpacker. «Apprezzo anche il cinema italiano, spero di migliorare il linguaggio per capirlo meglio. Fellini prima di tutti e poi adoro Suspiria di Dario Argento. Nicolas Refn me lo ha consigliato, aveva proprio ragione. E poi mi piace Gomorra, non ricordo il nome del regista, sarebbe stupendo lavorare con lui. Trovo che il cinema italiano stia vivendo una bella fase, anche La Grande bellezza è stato un ottimo film quest'anno», dice la Chastain. La moda la ricambia: è in prima fila alle sfilate più importanti e non solo per ragioni di cuore. «Penso siano degli artisti. Quando assisto ad una sfilata non penso a 'che bel vestito mettereì, ma a che 'espressione d'arte sonò, insomma è come entrare in un museo». Al cinema ha avuto due maestri: Al Pacino che l'ha scoperta e dopo la performance insieme a teatro l'ha voluta - ed è stato il suo primo ruolo importante - in Wilde Salome e Terrence Malick che l'ha voluta per il film palma d'oro The tree of life («un'esperienza meravigliosa di grazia, bellezza e compassione»). Il futuro? «Ricco di cinema, anche come produttrice come ho fatto per The disappearance of Eleonor Rigby. Per gli artisti trovo che sia una grande responsabilità sostenere i colleghi».
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