ROMA. Silvio Muccino, 32 anni, ma non li dimostra. Sguardo sincero, di un ragazzo pulito che dopo quattro anni (Un altro mondo) torna dietro la macchina da presa con l'entusiasmo di un esordiente. Di scena per lui Le leggi del desiderio, una commedia che come spiega il regista attore ci fa recuperare «la meraviglia dell'imperfezione». Un film che Muccino, esordio a 16 anni in Come te nessuno mai, inizierà a girare a Roma a fine agosto. «Il titolo del film - spiega Muccino - evoca sicuramente La legge dell'attrazione. E questo in un momento di crisi come questo in cui ognuno cerca di trovare il modo per realizzare i propri desideri attraverso teorie tra new age e studi sul comportamento umano. Il tutto per una società che vuole solo vincere e fa spazio solo ai vincenti. Ecco - spiega il regista - io cerco di prendere in giro questa società di soli vincenti anche con una sorta di avvertenza: attenti perchè quello che desiderate lo potreste alla fine ottenere davvero». Silvio Muccino interpreta così nel film un life-coach che si ispira a «personaggi come Anthony Robbins, uno che è stato consulente di Gorbaciov, Clinton, Donald Trump». «Insieme a Carla Evangelista (sua compagna creativa di sempre) - continua - abbiamo messo mano a questo personaggio, tra profezie e cialtroneria, che intende trasformare le persone, che parla di modellamento, di trasformare tutti in vincenti. Ma io credo - sottolinea Muccino - che non possiamo essere tutti superman, che bisogna accettarsi. Anzi che la cosa più bella di noi sono le nostre fragilità le nostre imperfezioni. Insomma che noi siamo meravigliosamente imperfetti». Oltre al life coach, interpretato dallo stesso Muccino, nel cast del film «Maurizio Mattioli, un rappresentante che a settanta anni si innamora di nuovo di sua moglie, una sorta di Romeo non più giovane; Carla Signoris, segretaria di un Vescovo, che ha come vizio di scrivere romanzi erotici e, infine, Nicole Grimaudo vera star del film nei panni di un personaggio tra Bridget Jones e Amelie». Quanto pesa il box office in un film? «È una cosa imprescindibile, anche se nelle scelte che ho fatto in questi anni ho sempre anteposto l'amore al box office. Messaggi? Non ne ho, vorrei solo che con questa commedia riuscissimo a ridere di noi». Le leggi del desiderio, aggiunge «è il film meno biografico di tutta la mia carriera e questo mi ha reso molto più libero». Tra le curiosità di questo film, spiega Muccino: «visto che il
life coach vende se stesso dicendo che sceglierà in un pubblico concorso tre persone per fargli realizzare tutti i loro desideri. Noi - spiega il regista - abbiamo convocato dei veri
artisti di strada, e non, che parteciperanno a questo concorso con la loro vera faccia». Nessuna parola invece sui complicati rapporti tra lui e il fratello Gabriele con il quale comunica solo attraverso Facebook e Twitter.
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