ROMA. Parla di Ragion di Stato, miniserie Rai realizzata da Cattleya che lo vedrà protagonista nei panni di un agente segreto, ma che sarà comunque una storia d'amore. Ne ha fatta di strada Luca Argentero, l'attore torinese, una laurea in Economia e commercio in tasca, lanciato dal Grande Fratello che a 36 anni in qualche modo canta il 'de profundis' dei reality show da cui tutto ebbe inizio. «Ho appena terminato le riprese di un film con Edoardo Leo; Fratelli unici di Alessio Maria Federici con Raoul Bova uscirà a ottobre e presto mi vedrete anche nelle vesti di un agente segreto in Ragion di Stato di Marco Pontecorvo, una Homeland de noantri», scherza raccontando i suoi progetti Argentero, che è stato tra gli ospiti dell'ultima edizione del Festival di Giffoni. «Quello di Pontecorvo - spiega - sarà un action movie sul traffico di armi illegale e sui servizi segreti, anche se alla fine si tratta di una storia d'amore». Non risparmia dettagli neanche sul lungometraggio con Leo: «Racconta la storia di quattro personaggi bizzarri che a 40 anni, quando tutto gli va male, decidono di aprire un agriturismo. Il primo giorno di attività però, arriva la richiesta di pizzo da parte di un mafioso che però viene sopraffatto dai quattro ragazzi e sequestrato in cantina. È la storia di una piccola lotta contro la mafia». Sulla differenza tra reality e talent, forse complice la sua storia televisiva che lo ha visto passare dal Gf ad Amici di Maria De Filippi in veste di giurato, Argentero risponde: «I reality ormai hanno perso potenza comunicativa: undici anni fa, quando l'ho fatto io, ce n'era uno solo, ora invece è il tempo dei talent show, che sono la forma contemporanea di festival». E comunque «la televisione è uno strumento obsoleto, per molti ragazzi è diventato solo un elettrodomestico. A parte Amici il sabato sera, molti preferiscono internet». Quanto alle Iene, «ero arrivato in una fase di transizione. Io tendo a fare quel che mi piace: la mia è stata un'incursione. Il programma mi piaceva e mi piace ancora», sottolinea. Impegnato anche nella produzione cinematografica, oltre che televisiva e web - ha da poco inaugurato una piattaforma digitale per la visione legale di film in streaming, Megatube - Argentero conosce le difficoltà del settore: «Un produttore amico mi ha detto che tempo fa con un progetto giusto finanziava cinque film sbagliati, ora il rapporto è inverso. E così si punta su storie fotocopia. In Francia - sottolinea ancora - le sale sono piene e c'è molta più tutela delle opere nazionali. In Italia tocca combattere. Una volta mi hanno chiesto dei soldi per distribuire un film che avevo prodotto».
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