CALTANISETTA. Presentandosi come agente di polizia avrebbe chiesto con le maniere forti a un ausiliario del traffico di non elevargli multa. Ma lui poliziotto non lo sarebbe stato affatto. E non è tutto. Nelle fasi successive, secondo l’accusa, avrebbe finito per dare vita ad una colluttazione con l’altro, così da vedersi piovere sul capo un ventaglio d’accuse. Ben tre i capi d’imputazione che poi sono stati contestati all’impiegato cinquantaseienne C.R. (difeso dall'avvocato Danilo Tipo), ovvero violenza, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. A farne le spese M. S. (assistito dall’avvocato Walter Tesauro) ora nella veste di parte civile. Il tutto è al centro di un caso in qualche modo di giustizia lumaca. Perché i fatti in questione risalgono all’estate di cinque anni addietro. Era, per l’esattezza, il lontano 22 luglio 2009. Quel giorno, in via Rosso di san Secondo, l’adesso parte civile stava svolgendo il suo servizio. Ad un certo punto avrebbe notato un ciclomotore parcheggiato in maniera che ha ritenuto irregolare. Così il vigile - secondo la sua tesi - prima di cominciare a redigere il verbale avrebbe chiesto in qualche negozio della zona di chi fosse quel motorino. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI