Truffa su internet. Un cliché non nuovo. E che anzi in questi anni, con l’avvento del web, ha subito una forte impennata. Il caso finito al centro di questo dossier della Procura è legato ad acquisti online. Uno dei fronti più a rischio nonostante i mille sistemi di sicurezza messi a punto da grosse società commerciali in questi anni. Ma nulla si può ancora contro la volontà dei malintenzionati. In questo caso a tirate un “bidone” sarebbe stata una donna che avrebbe frodato un malcapitato di turno. Già perché ulteriori approfondimenti chiariranno se si tratta di un caso isolato o se la venditrice possa avere tirato altri “tappi”. Di cui in realtà, finora, non è stata trovata traccia.
La vicenda finita al centro di questo fascicolo ruota attorno alla compravendita di alcuni strumenti informatici. Che lei, la quarantunenne nissena A. A. (difesa dall’avvocato Deana Scarpulla) avrebbe messo a segno attraverso un noto sito di aste in rete. Lì avrebbe messo in vendita accessori per personal computer, che sono rimasti su quella vetrina virtuale per un po’ di giorni.
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