NISCEMI. Colpo di spugna al divieto di dimora per quindici attivisti «No muos». È arrivato dal tribunale di Caltanissetta che ha ”cassato” i provvedimenti cautelari emessi il 16 luglio scorso dal gip del tribunale di Gela. L’annullamento dell’ordinanza è stata disposta ieri dal «Riesame» presieduto da Mario Amato (completavano il Collegio i giudici Antonia Leone e Simone Petralia) sulla base dei ricorsi presentati dai legali di quindici attivisti che hanno preso parte alla manifestazione di un anno fa, durante cui sono avvenuti scontri con le forze dell’ordine. E da ieri è decaduto il divieto di dimora a Niscemi nei confronti di Emanuele Cardella, Maria Cristina Aruta, Alessio Domenico Giannetto, Francesco Graceffa, Michele Ambrose, Ivan Lupo, Emanuele Surdi, Alessio Marziano, Federico Sciovolone, Chiara Matilde Paladino, Carlo Mancuso, Verdiana Maria Sole Mineo, Rosario Sciortino e Claudio Risitano (difesi dagli avvocati Goffredo D'Antona, Carmelo Picciotto, Paola Ottaviano e Giorgio Bisagna). Attivisti da ogni parte dell’Isola quelli che l’estate di un anno fa hanno preso parte ad una delle tante manifestazioni organizzate per dire «no» all'installazione a Niscemi del mega sistema di comunicazioni satellitari della marina militare statunitense. I fatti che poi hanno finito per alimentare l’emissione dei quindici provvedimenti da parte del gip, si sono verificati il 9 agosto 2013 davanti la base di contrada Ulmo. Quel giorno l’atmosfera s’è fatta particolarmente rovente. E tra manifestanti e forze dell’ordine sono scoppiati violenti scontri. Durante la bagarre poliziotti sarebbero stati colpiti con calci e pugni. Ma si sarebbero trovati pure al centro di un fitto lancio di sassi, bottiglie di vetro e pezzi di legno. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI