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Caltanissetta, ospedale Sant'Elia: "Sei ore di attesa per un ricovero"

Una paziente dimessa da una struttura agrigentina con una diagnosi di mononucleosi, in realtà era affetta da sindrome più grave

CALTANISSETTA. È stato sventato in extremis quello che si apprestava a diventare un caso di malasanità. Una gestione del paziente forse un pò carente a monte che avrebbe indotto in errore anche il triagista del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia, dove una ragazza di appena 23 anni ha atteso per sei ore prima di essere visitata e di scoprire di essere affetta da una sindrome di Guillan-barrè, una paralisi progressiva degli arti che può avere anche complicazioni letali.

Una storia tutta da raccontare quella che ha coinvolto una famiglia arrivata al nosocomio nisseno da Canicattì. Adesso il padre della giovane, se da un lato denuncia un sistema sanitario che ha fatto sì che la figlia fosse salvata quando già le sue condizioni erano critiche, dall’altro non ha potuto fare a meno che ringraziare l’equipe di neurologi e il medico di malattie infettive dell’Ospedale Sant’Elia che hanno eseguito una diagnosi tempestiva strappando la ragazza dalla morte.

«Tutto è cominciato una quindicina di giorni fa – ha raccontato il padre della ragazza, Dino Lo Sardo – quando mia figlia ha iniziato a star male. L’abbiamo portata all’ospedale di Canicattì dove ci hanno detto che era affetta da mononucleosi. La ragazza è stata sottoposta alla terapia ma nel frattempo ha cominciato ad avere altri problemi. In pratica non riusciva più a deambulare e ad un certo punto neanche a stare in piedi. A quel punto, ci è stato dato un foglio con richiesta urgente di ricovero in Neurologia con il quale ci siamo presentati al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia. Siamo arrivati alle 10.30 di mattina e mia figlia è stata registrata. Con il passare delle ore però nessuno ci chiamava e questo nonostante la ragazza stesse davvero male. Ho più volte sollecitato l’infermiere ma mi veniva detto che c’erano altri casi più gravi e così finalmente, intorno alle 16.30 dopo ben 6 ore siamo entrati dal medico. Quest’ultimo, non ci ha inviati dal neurologo bensì alle Malattie Infettive. Qui abbiamo trovato un dottore che ringrazio infinitamente per la gentilezza e la professionalità, il dottore Alfonso Averna, il quale ci ha detto che quello non era più un problema di mononucleosi ma un problema neurologico.

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