CALTANISSETTA. Nuovo assalto a Pian del Lago Due. Da ieri, in prossimità del campo sportivo e della palestra, un manipolo di extracomunitari ha «ricostruito» la tendopoli che era stata smantellata qualche mese addietro dai vigili urbani con l’ausilio delle forze dell’ordine. Ormai è come una sorta di ciclico braccio di ferro che vede contrapposti extracomunitari da una parte e vigili urbani dall’altra che, anche ieri, sono stati allertati dai custodi per segnalare gli abusi che vengono periodicamente perpetrati dagli immigrati in attesa di soggiorno. Anche in questa occasione sono state danneggiate le strutture di recinzione; quelle stesse strutture che qualche mese addietro l’amministrazione comunale aveva dovuto ripristinare in seguito all’ennesimo raid. Nella precedente incursione era stato messo fuori uso anche l’impianto centrale di rifornimento idrico; armati di chiavistelli avevano divelto il portone di ingresso e rotto i vetri delle finestre per trovare sistemazione all’interno della struttura sportiva. Ancora prima, nella stessa area, avevano completamento distrutto la pista di skateboard, al centro, tra l’edifico del Palacanizzzaro e gli spogliatoi. Quello di ieri è, come detto, l’ennesimo raid vandalico ai danni delle strutture sportive della città, che finisce con il penalizzare e scoraggiare la presenza di giovani e cittadini che praticano lo sport in quella zona. Vale la pena ricordare che prima ancora era andata in scena una vera e propria mattanza ai danni della Palacannizzaro dove erano stati presi di mira, finestre, porte di accesso, e quasi tutti gli estintori in dotazione dell’impianto. Una violenza gratuita distruttiva che penalizza pesantemente l’agibilità degli impianti cittadini e soprattutto l’attività dei giovani e dei meno giovani che, nel pomeriggio di tutti i giorni, si recano in quell’area per pratica attività sportiva. Adesso il nuovo assalto, perpetrato verosimilmente nelle prime ore della mattina di giovedì. Pian del Lago Due, ancora una volta, è diventata una tendopoli che ospita numerosi immigrati in attesa di soggiorno e che non trovano ospitalità all’interno del Cara. S.Mi.