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Agguato all'impresario Stefano Mosca a Caltanissetta: Mancuso arrestato dopo la condanna

CALTANISSETTA. Alla condanna del mancato killer segue l'arresto. Perché meno di una settimana fa la Cassazione lo ha inchiodato sulle sue responsabilità, blindando accuse e condanna a 10 anni per tentato omicidio aggravato, detenzione e porto di armi. Mentre era stato assolto per mafia. Imputazioni e pena esecutiva che pendono sul capo del pastore trentanovenne Enzo Mancuso (difeso dall'avvocato Giuseppe Giardina) che già dal primo grado del giudizio è stato ritenuto tra i sicari, che sono entrati in azione per il fallito agguato all'impresario di pompo funebri Stefano Mosca.

I carabinieri lo hanno arrestato domenica sera su ordine di carcerazione emesso dalla procura generale di Catania. A suo carico è divenuta definitiva la sentenza emessa dalla prima sezione della Suprema Corte il 5 novembre scorso, quando è stato rigettato il suo ricorso. Mentre per gli altri tre coimputati è arrivato il colpo di spugna alle precedenti condanne. Che erano state inflitte sia per l'uccisione di Salvatore Calì, titolare di un'agenzia di pompe funebri e assassinato da un killer solitario la sera del 27 dicembre di sei anni addietro e, ancora, l'imboscata andata a vuoto nel tardo pomeriggio del 28 novembre di cinque anni fa con obiettivo Stefano Mosca (nipote di Totò Calì).
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