Caltanissetta

Lunedì 23 Settembre 2024

Delitto Ritrovato, scattano due condanne Caltanissetta

CALTANISSETTA. Vent’anni di galera per un omicidio. Un delitto che entrambi hanno confessato, pur non tirando in ballo altri. E rimarcando, a chiare lettere, di non essere collaboranti. Ma le loro ammissioni hanno tuttavia avuto del clamoroso. Perché giunte una da Giuseppe Cammarata - figlio del boss di Cosa nostra, Pino Cammarata - l’altra da Massimo Amarù, autista del commando entrato in azione per uccidere l’imprenditore licatese Francesco Ritrovato, assassinato a colpi di pistola il primo giugno di dieci anni fa. Vent’anni di carcere a Cammarata junior a fronte di una richiesta di ergastolo avanzata nei suoi confronti dai pm della Dda nissena, Stefano Luciani e Santo Di Stefano, che hanno ritenuto la sua confessione sostanzialmente ininfluente. Perché a suo carico - è stata la tesi accusatoria - la stessa procura avrebbe raccolto prove schiaccianti. E lui - è la tesi dei pm - avrebbe ammesso al solo scopo di evitare che piovesse sul suo groppone un pesantissimo verdetto di «fine pena mai». Discorso differente, invece, per il presunto fedelissimo dei Cammarata, Massimo Amarù, che ha pure confessato di avere preso parte ad un altro paio di delitti. E per lui la stessa accusa, al momento della requisitoria, ha proposto proprio la condanna a venti anni con la concessione delle attenuanti generiche.   ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI CALTANISSETTA DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA

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