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Mafia ed estorsioni, a Gela inflitte condanne per 20 anni

GELA. Si è concluso il giudizio di primo grado nei confronti di nove imputati, tutti accusati di aver fatto parte di uno dei gruppi di cosa nostra locale scoperto a conclusione del blitz “Compendium”. Sono stati inflitti complessivamente vent’anni di carcere a fronte dei circa quaranta chiesti dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.

Sei anni e sei mesi di reclusione sono stati comminati nei confronti di Giuseppe Billizzi e sei anni per Gianfranco Di Natale. Sono stati considerati responsabili di una serie d’estorsioni messe a segno in città ma il collegio presieduto dal giudice Lirio Conti non ha riconosciuto la loro appartenenza ai clan. Cinque anni e sei mesi di reclusione è la condanna inferta a Claudio Lo Vivo, ritenuto uno dei fornitori della armi utilizzate dal gruppo di cosa nostra. L’imputato, difeso dall’avvocato Vittorio Giardino, è stato assolto, invece, dalle accuse che lo legavano a presunte estorsioni.

 

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