CALTANISSETTA. È in poco più di duecento pagine che sono racchiuse le motivazioni della sentenza d’appello sul sospetto scandalo del cemento. Verdetto che a fine settembre ha riconosciuto uno sconto di pena all’ex Ad della «Calcestruzzi spa», dando un colpo di spugna alle precedenti condanne ad un altro ex dirigente della stessa holding, un collaborante ritenuto una sorta di collettore tra mafia e imprese e un capomafia. Sentenza emessa il 30 settembre scorso dalla seconda sezione penale presieduta da Sergio Nicastro (consiglieri Miriam D’Amore e Giovanni CarloTomaselli). Con quel verdetto l’ex amministratore delegato Mario Colombini (assistito dagli avvocati Giuseppe Bana, Giacomo Gualtieri e Delfino Siracusano) si è visto ridurre la pena a 2 anni e 6 mesi (a fronte die precedenti quattro anni ) per frode in pubbliche forniture. Cancellata, invece, la pena a sei anni e dieci mesi rimediata in primo grado all’ex direttore di zona per la Sicilia e la Campania, Fausto Volante (difeso dagli avvocati Antonio Miriello ed Adelmo Manna) per l’ipotesi di illecita concorrenza aggravata dall’avere favorito la mafia. Così come assolto ne è uscito l’allora capo area della Calcestruzzi Giovanni Giuseppe Laurino (assistito dall’avvocato Vania Giamporcaro) per frode in pubbliche forniture ed illecita concorrenza. Ultimo verdetto di non colpevolezza per il capomafia di Caltagirone, Francesco La Rocca pure lui per frode in pubbliche forniture ed illecita concorrenza. Le imputazioni a loro carico erano riferite soltanto al porto isola e il palazzo di giustizia di Gela, perché per altre opere finite al centro dell’inchiesta è stata dichiarata, già in primo grado, la prescrizione. ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI CALTANISSETTA DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA