CALTANISSETTA. Colpo di spugna in Cassazione alla condanna per un giovane finito sotto accusa per la morte di due giovani. Perché lui, l’imputato, era alla guida dell’auto su cui viaggiava la coppia poi deceduta. Appello da rifare per il venticinquenne Alessandro Cervelli (assistito dall’avvocato Roberto Mangano) già condannato con il rito abbreviato a un anno e mezzo. La Suprema Corte ha annullato con rinvio il precedente verdetto emesso dalla corte d’Appello, che ha riconosciuto il ragazzo colpevole di duplice omicidio colposo per il decesso di Federica Medico e Andrea Gattuso (i familiari delle due vittime sono assistiti dagli avvocati Gianluca Amico e Giacomo Butera). I due sono rimasti uccisi nello scontro avvenuto la notte tra il 26 e il 27 maggio del 2007 lungo l’autostrada Palermo-Catania. L’impatto fatale è avvenuto tra gli svincoli di Gerbini e Motta Sant’Anastasia. Cermelli era alla guida della Fiat «Punto» su cui viaggiavano i due fidanzatini, all’epoca della tragedia diciassettenne lei, diciannovenne lui. Un pauroso incidente che quella notte di primavera, a più riprese, ha coinvolto tre automobili. E l’ultima ad giungere sulla scena è stata proprio quella guidata dall’imputato con a bordo la sfortunata giovane coppia. Che nell’impatto non ha avuto scampo. Federica ed Andrea, per la gravità delle ferite riportate, sono deceduti all’istante. Inutile ogni soccorso. E nello sviluppo dell’inchiesta che ne è derivata in tre – i conducenti delle auto coinvolte in quella carambola mortale – sono finiti al centro di differenti procedimenti. Uno è stato assolto, l’altro condannato e, adesso, per Cermelli il processo è da rifare. Dovrà ricomparire dinanzi la corte d’Appello di Catania a cui la Cassazione ha trasmesso gli atti. VI. F.