SAN CATALDO. Sotto mentite spoglie l’avrebbe registrata su una chat erotica. Con tanto di numero di cellulare, quello reale, della conoscente e destinataria di quel perfido ”gioco”. Per ripicca, o chissà per cosa. Perché donna, come la parte lesa, è anche l’imputata. Entrambe ventiquattrenni. Così l’altra, all’oscuro si tutto, avrebbe poi ricevuto chiamate al suo telefonino dai contenuti a dir poco osé. Anzi proposte erotiche più che esplicite. A quel punto è stata presentata una denuncia. Gli sviluppi dell’inchiesta hanno poi fatto saltare fuori clamorosi sviluppi. Ad inserire quell’annuncio sarebbe stata una ragazza.
Una ventiquattrenne J.G. (difesa dall’avvocato Salvatore Candura) adesso chiamata rispondere di reati informatici, più specificatamente di trattamento illecito di dati. Quelli della malcapitata, G.C. (assistita dall'avvocato Boris Pastorello) che si è costituita parte civile. E il pm Rocco Fasciana ha chiesto al giudice Claudio Emanuele Bencivinni la condanna della giovane imputata a 8 mesi. Proposta a cui s’è associata anche la parte civile, sollecitando pure il riconoscimento del diritto ad un risarcimento dei danni. Di contro, l’avvocato Candura ha chiesto l’assoluzione della sua assistita, ritenendo che non sia lei la responsabile della storia finita al centro del dossier.
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