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Possidente strangolato a Riesi, tre tornano alla sbarra

Nuovo atto processuale dopo che la Cassazione ha annullato, con rinvio, due condanne al carcere a vita e un’altra a 22 anni

RIESI. Nuovo atto processuale per l’uccisione di un possidente. Che, in un altalenare di verdetti, vivrà adesso una quarta fase. Dopo che la Cassazione ha annullato due ergastoli e una condanna a ventidue anni di galera.Il delitto è quello del possidente di Riesi, Francesco Maurici, strangolato il 3 agosto del 2005. Tre sono nelle veste d’imputati a cominciare dal fratello, l’imprenditore riesino Carmelo Maurici (assistito dall’avvocato Vincenzo Vitello) che dalla Suprema Corte s’è vista cancellare la pena a 22 anni, che gli era stata inflitta nelle veste di presunta regia dell’omicidio.

Al suo fianco, sul banco degli imputati, Gianluigi Volpe e Calogero Bellone (difesi, rispettivamente, dagli avvocati Giampiero Russo e Vincenzo Vitello) entrambi condannati in secondo grado al carcere a vita e che dagli «ermellini» si sono visti annullare. Ma per tutti e tre è stato disposto un nuovo procedimento, quello in programma per oggi, al cospetto della corte d’Assise d’Appello di Catania. In primo grado, nel marzo di tre anni addietro, il presunto mandante dell’agguato, Carmelo Maurici, è stato assolto. Poi, in appello - era l’ottobre di due anni fa - il pronunciamento è stato sovvertito. E su lui è piovuta l’affermazione di responsabilità con la pena a ventidue anni di reclusione e la concessione delle attenuanti generiche.

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