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False fatture con ditta fantasma, quattro condanne a Caltanissetta

CALTANISSETTA. Con un giro di false fatture avrebbero attestato di essere commercianti. Così da eludere posizioni diversamente illegali. E alla fine quattro di loro ne sono usciti con la condanna a un anno ciascuno, mentre altri tre sono stati assolti. Sull’onda di un’indagine della polizia che qualche anno fa ha squarciato i veli su questo sospetto sistema. Che si sarebbe sviluppato lungo l’asse Caltanissetta-Napoli-Agrigento. Perché è lì, nel centro campano, che avrebbe avuto sede una ditta per l’accusa fantasma.

È la «Bijoux Sa De Saleto Vincenzo», ufficialmente al civico 40 di via Fatia, la società a cui facevano riferimento quei documenti contabili presentati all’ufficio immigrazione della questura. Il tutto passando per un ingrosso di Agrigento che avrebbe emesso fatture in nome e per conto della stessa ditta campana. Una società che commercializzerebbe diversi prodotti e che sarebbe stata specializzata in bigotteria. Ma di quell’azienda all’ombra del Vesuvio, nell’indirizzo risultante, gli inquirenti non hanno trovato traccia. E falsa, per l’accusa, sarebbe stata la documentazione a supporto delle richieste di rinnovo dei permessi di soggiorno dei sette imputati (difesi dagli avvocati Diego Perricone, Maria Francesca Assennato, Salvatore Pecoraro, Giovanni Annaloro, Ambrogio Culora e Maria Miceli). Alla fine il giudice David Salvucci ha condannato quattro presunti falsi esercenti marocchini, tra loro due donne, che da parecchi anni vivono in città.

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