CALTANISSETTA. A loro, che oggi tornano in aula, la procura ha contestato sospette irregolarità nella discarica di contrada Stretto. Presunte anomalie che risalgono all’arco temporale che va da settembre 2007 a ottobre 2009. Perché di recente lo stesso sito, anche in passato oggetto di altre indagini, è piombato al centro di un nuovo dossier. Quello legato ad un’inchiesta - che ha coinvolto, tra gli altri, anche ex amministratori comunali - che in questo momento sta vivendo una fase dedicata a sopralluoghi effettuati da un pool di esperti nominato dalla procura. Ma è per la gestione del sito in quei due anni compresi tra fine estate 2007 e inizio autunno 2009, che sono stati tirati in ballo l’ex dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, Gaetano Corvo, il tecnico dello stesso settore, Michele Gioé e l’ex custode dell’impianto, Michele Petrantoni (assistiti dagli avvocati Giuseppe e Francesco Panepinto ed Annalisa Petitto) . Al cospetto del giudice David Salvucci sono stati chiamati a rispondere di inquinamento ambientale.
Secondo la tesi dei magistrati, infatti, il percolato derivante dal processo biochimico dei rifiuti non sarebbe stato correttamente canalizzato e raccolto, così come prevede la severa normativa in materia, e sarebbe finito nel sottosuolo inquinando terreno e falde acquifere. Questo, per linee generali, il quadro tracciato dalla procura in quello che sarebbe stato una sorta di ciclo perpetuo dei liquami da cima a valle della discarica. A fare scattare l’indagine è stato poi un incendio scoppiato in zona nell’estate di sette anni addietro.
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