CALTANISSETTA. Il furto d’auto lo avrebbe simulato, ma non s’è macchiato nè di peculato d’uso, né d’interruzione di pubblico servizio. È la lettura della sentenza con cui è stata decisa la parziale condanna di un autista dell’Azienda sanitaria finito sul banco degli imputati per una sfilza di reati. E alla fine il sessantatreenne Michele Satta (difeso dall’avvocato Fabio Maugeri) è stato condannato ad un anno per avere simulato il furto di un furgone dell’Asp a lui affidato per servizio, mentre è stato assolto perché «il fatto non sussiste» per interruzione di pubblico servizio e peculato d’uso. Così ha sentenziato il tribunale presieduto da Antonio Napoli (giudici a latere Marco Sabella e Valentina Balbo), a fronte di una richiesta di condanna di 3 anni avanzata dal pm Sofia Scapellato che ha proposto l’affermazione di responsabilità per tutti e tre i capi che sono stati contestati all’imputato. L’avvocato Maugeri ha replicato all’accusa sostenendo, tra le pieghe dell’arringa, che mai il suo assistito «ha modificato il tragitto stabilito dall’ordine di servizio, né ha mai percorso un solo chilometro in più di quanto preventivato». Aspetti, questi, secondo la difesa, che risulterebbero pure dai fogli di marcia. Semmai Satta, per la difesa, si sarebbe concesso lungo il tragitto effettuato con il mezzo aziendale qualche sosta al bar per bere qualcosa. E in questo, ha rimarcato la difesa, non si configura alcun reato. Alla fine il Collegio giudicante ha riconosciuto l’imputato colpevole solo di avere simulato la sparizione del furgone dell’Asp da lui guidato. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA.