CALTANISSETTA. Undici lavaggisti indagati e altrettante attività commerciali del capoluogo sottoposte a sequestro preventivo. Si è conclusa così una vasta operazione condotta dalla sezione Ambiente e Sanità della Procura, dai carabinieri del nucleo radiomobile, dalla sezione di polizia giudiziaria della Forestale e il contributo del personale specializzato dell'azienda sanitaria a conclusione di una inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Luigi Leghista. Ai titolari degli undici impianti vengono contestati la mancanza di autorizzazione e lo scarico, non autorizzato, dei reflui di smaltimento dei fanghi provenienti dall'attività.
Gli indagati sono C.A 43 anni, A.M. 35 anni, F.M. 45 anni, S.A. 31 anni, M.L. 59 anni. R.S. 34 anni, T.G. 40 anni, L.S. 43 anni, R.M. 36 anni, M.B. 50 anni e T.F. 67 anni (difesi dagli avvocati Ernesto Brivido, Giuseppe Panepinto, Maria Giambra, Alberto Gangi e Marcello Spiaggia). In qualche caso è stato accertato che avrebbero attivato gli impianti senza autorizzazione. L'inchiesta era partita nel giugno 2014 e rappresenta una costola di una inchiesta ben più importante non ancora conclusa. Nel mirino della sezione Ambiente e Sanità sono finiti gli autolavaggi aperti nel capoluogo (in tutto ventotto) anche se, alla fine, le attenzioni si sono concentrate su undici che non avrebbero posseduto alcuni requisiti in relazione allo scarico dei reflui industriali prodotti dagli impianti e in relazione alle soglie di quantità di sostanze scaricate, eccedenti i valori limite fissati da una legge del 2006. L'inchiesta è stata corroborata dagli esami di laboratorio su campioni d'acqua prelevati nei vari autolavaggi. I risultati hanno fatto emergere una presenza elevata di scarti pericolosi e tracce di metalli, circostanze che avrebbero prodotto un inquinamento ambientale diffuso.
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