GELA. Spesso sentiamo dire che «l'Arma dei carabinieri è una grande famiglia». E che non si tratti solo di un modo di dire lo conferma la storia di un maresciallo, Domenico Resciniti, 65 anni, comandante della stazione dei carabinieri di Gela, che vanta nell'Arma, oltre alla sua presenza, anche quella di 12 suoi familiari: un figlio, un fratello, il proprio suocero, un genero, tre cognati, tre nipoti e due cugini. Quella di Resciniti, originario di Roscigno (Salerno), è una lunga dinastia di carabinieri che lui stesso, prossimo alla pensione, dopo 46 anni di servizio, ha voluto immortalare con un poster che ritrae i 13 (alcuni scomparsi) intitolandolo: «La storia siamo anche noi». Arruolatosi nel 1969, dopo vari incarichi ottenuti nei primi 17 anni di servizio, Rescinti ha diretto per cinque anni la stazione di Niscemi e poi, per 25 anni ininterrotti quella di Gela, durante la sanguinosa guerra di mafia tra «Stidda» e «Cosa nostra» del Nisseno. Per i successi acquisiti gli sono state conferite onorificenze e benemerenze. Ufficiali e colleghi del comando territoriale di Gela lo festeggeranno con una cerimonia di commiato, domani, giorno di congedo e anniversario del suo arruolamento.
Gela, ha tredici parenti nell'Arma: maresciallo ne fa un poster
Il comandante Resciniti va in pensione dopo 48 anni di servizio
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