GELA. Sette auto distrutte e due danneggiate in tre attentati incendiari a Gela; un edificio evacuato per le fiamme e il fumo, una donna una bambina e due carabinieri intossicati, sono il bilancio di una notte di fuoco che ha interessato tre quartieri di Gela: Caposoprano, Macchitella e Giardinelli. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ex sindaco di gela si è detto preoccupato, "ma la città non può tornare indietro". Preoccupazione espressa anche dal sindaco Angelo Fasulo.
Il sindaco di Gela, Angelo Fasulo (Pd) ha espresso "rabbia e indignazione" per gli attentati verificatesi la scorsa notte a in città, e ha convocato per domani una riunione straordinaria della giunta comunale per chiedere alla prefettura di Caltanissetta "adeguati e opportuni interventi urgenti". "Episodi come questi - scrive, in una sua nota, il sindaco - non solo vanno duramente condannati ma va riservata loro la massima attenzione delle Istituzioni e delle Forze dell'Ordine. Non è più tollerabile sopportare l'escalation di questi atti indegni che solo per pura fortuna non hanno avuto conseguenze peggiori e assai più gravi". Il sindaco ha voluto esprimere "la più profonda solidarietà alle persone coinvolte. Ai carabinieri intossicati, in particolare, ha espresso "i più sentiti ringraziamenti per la prontezza del loro intervento che ha scongiurato conseguenze peggiori". Domani, insieme alla Giunta, li incontrerà "per esprimere loro di persona la riconoscenza della città".
Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta si dice "allarmato" per gli incendi di nove auto a Gela. "La città - afferma - non può tornare indietro. A Gela in questi anni è stato fatto un lavoro incredibile che ha mobilitato magistratura, forze dell'ordine, imprenditori, uniti per sconfiggere il racket. C'è stato, nel corso degli anni, un calo degli incedi notturni, ma l'episodio di stanotte rischia di suscitare allarme sopratutto per l'avvicinarsi della campagna elettorale per le comunali". “Violenza cieca e irrazionale? - continua il presidente - Oppure si annunzia alla grande la ripresa di episodi di violenza? O ancora, si tratta di un tentativo di destabilizzare la campagna elettorale? Qualunque siano le motivazioni, si rimane sbigottiti di fronte alla gravità di episodi del genere, che non possono essere assolutamente tollerati. Ho contattato immediatamente le forze dell'ordine, la prefettura, il presidente dell'associazione antiracket, Caponetti, e l'amministrazione comunale, per esprimere la mia solidarietà, ma occorre intensificare il presidio sul territorio. A Gela c'è sempre una base di disagio sociale che potenzialmente può produrre violenza". "La storia della città - conclude - parla chiaro: nei primi anni '80 si cominciò con episodi di ragazzini che incendiavano le auto e dopo un po' si cominciò a sparare, perché quei ragazzini vennero aggregati da Cosa nostra e Stidda. Poi è iniziato un percorso nuovo, civile, che ha portato alle denunce, agli arresti dei rappresentanti della mafia e degli uomini che contano. Mi recherò a Gela per fare il punto della situazione con le autorità a con l'associazione antiracket".
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