CALTANISSETTA. È tra le pieghe di una maxi inchiesta scattata per ben altre ragioni che sono stati scoperti. Lo scenario che li ha messi nei guai, facendo scendere su loro l’etichetta di cacciatori di frodo, sarebbe venuto a galla durante intercettazioni di una mega indagine legata a presunte truffe allo Stato attraverso slot machine taroccate. Quella poi ribattezzata «Les jeux sont faits» e che ha trascinato sotto accusa quarantotto imputati accusati, a vario titolo, delle ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza, riciclaggio, concussione, corruzione, favoreggiamento, frode informatica e peculato. Da quelle intercettazioni, poi, in sei sono finiti nei pasticci per tutt’altre ragioni: per bracconaggio. Venuto fuori attraverso colloqui telefonici “catturati” dalla polizia durante l’indagine “madre”.