CALTANISSETTA. È chiamato in aula per rispondere di tentata estorsione. È un'altra tegola che pende sul capo dell'ambulante quarantaduenne Umberto Niotta (assistito dagli avvocati Alberto Salpietro e Boris Pastorello) che in passato ha già avuto grane giudiziarie, ma di altra natura . Ora è chiamato al cospetto del tribunale presieduto da Antonio Napoli (giudici a latere Claudio Emanuele Bencivinni ed Alex Costanza) per sospette richieste di pizzo. In uno scenario - quello ipotizzato a suo carico dalla procura - differente da quello che ha caratterizzato i suoi trascorsi con la giustizia. Perlopiù legati a questioni di droga, danneggiamenti e incendi. In questo caso è accusato di avere chiesto a un ambulante del denaro. Peraltro una cifra modesta, venti euro appena. Era una sera di sei anni fa. Niotta, secondo i contenuti della denuncia che la controparte ha poi presentato, avrebbe preteso quei quattrini. Senza un perché, secondo gli inquirenti. Senza una ragione diversa da quella che poi l'accusa stessa ha contestato.