RIESI. È una guerra tra bagarini quella che ha trascinato in cella un riesino che s’è trasferito a Torino. Lì, il cinquantottenne Salvatore Boncore, con un complice foggiano e un capo ultras della Juventus, avrebbe messo su un ”affaire” legato alla compravendita di biglietti per lo Juventus stadium a prezzi «gonfiati». Secondo la vecchia, vecchissima consuetudine del bagarinaggio. Ma il terzo ”socio”, il super tifoso che quegli abbonamenti li avrebbe di volta in volta piazzati, alla fine avrebbe trattenuto per sé i soldi. Lasciando gli altri a bocca asciutta. Anche perché nel frattempo è stato arrestato per droga. E così la sospetta banda dei tre - composta dallo stesso riesino, dal 56enne foggiano Vincenzo Maccione e dal 38enne di origini agrigentine, Andrea Puntorno - a un certo punto si sarebbe sfasciata. Anche perché il capo di una frangia di ultras bianconeri ribattezzata «Bravi ragazzi», nel novembre dello scorso anno è finito in carcere per un’operazione antidroga con ventuno arresti, blitz che ha coinvolto anche la moglie finita ai domiciliari. E sarebbe stata proprio lei, la 43enne Patrizia Fiorillo, a divenire il bersaglio dei due compari in affari del marito.