CALTANISSETTA. La posta in gioco è alta. In ballo due milioni e mezzo di euro, somma che l'Istituto Case Popolari spera di portare in cassa bussando alla porta degli inquilini morosi. A tanto ammonta l'insoluto accumulato negli anni da un ente le cui sorti economiche dipendono assolutamente dalle pigioni pagate mensilmente dagli assegnatari degli alloggi. In pratica le punte di morosità hanno raggiunto già il 35 per cento. Picchi decisamente elevati, specchio probabilmente della crisi che ha colpito gli strati sociali più disparati. I primi segnali si erano manifestati già qualche anno addietro quando le morosità oscillavano fra il 20 e il 25 per cento e in quel caso lo Iacp aveva avviato un'azione di recupero rivelatasi alquanto laborioso per non dire impossibile. Se ne sono resi subito conto gli ufficiali giudiziari della Montepaschi Serit alla quale lo Iacp aveva affidato, stipulando una regolare convenzione che prevedeva un aggio consistente per l'esattoria, il delicato compito. La missione, però, è fallita. La Montepaschi Serit era riuscita a recuperare appena il cinque per cento dell'ammontare complessivo. Allora come adesso ci sono inquilini che non pagano l'affitto da mesi e molti addirittura da anni. L'esercito col passar del tempo è diventato più folto e il fenomeno oltre che il capoluogo e Gela (dove è concentrato il grosso die morosi) adesso investe altri centri della provincia dove lo Iacp è proprietario di alloggi, oltre cinquemila.