SERRADIFALCO. Gianni Butticè l'aveva anticipato e l'ha fatto. Ha denunciato la presunta fuoriuscita di percolato dalle discariche dismesse di contrada Martino. L'imprenditore non ha atteso l'esito delle analisi sui campioni prelevati dai tecnici dell'Arpa nei giorni scorsi, che pure erano intervenuti su sua segnalazione, assieme ai carabinieri di Serradifalco, sui terreni da lui indicati. Butticè, infatti, nella querela, sporta al maresciallo della locale stazione, Tommaso Vozza, argomenta: «Atteso che non ci sono state piogge e che dal liquame fuoriuscisse cattivo odore, ho supposto essere percolato e per questo pochi giorni fa ho richiesto un vostro intervento per constatare se il liquame lì presente fosse o meno percolato da discarica». Il tutto dopo avere affermato: «Verso l'inizio del mese di luglio di quest'anno, ho rilevato del liquame presente lungo la strada vicinale denominata "Case vecchie" che conduce al mio allevamento e che suppongo essere percolato da discarica, come già mi è capitato di denunciare precedentemente». Sì, perché l'allevatore di animali, i cui terreni di contrada «Rabbione-Marcato rosso» sono limitrofi ai siti dismessi, non è nuovo a queste tipo di denunce. Tanto da premettere nella sua querela: «Da diverso tempo, e con denunce già presentate tempo addietro, ho denunciato la fuoriuscita di percolato dalle discariche di contrada «Martino-Rabbione», limitrofe ai terreni dove solitamente porto al pascolo i miei bovini». E ancora: «È da diverso tempo che rappresento questa problematica che mi sta danneggiando, in quanto i miei animali, che pascolano alla stato brado, sono soliti abbeverarsi lungo le pozze di liquame che si creano nei terreni limitrofi alle discariche». Tutti motivi per i quali, Butticè ha sporto «formale querela nei responsabili dei reati che si possono ravvisare nei fatti» da lui esposti. Chiedendone «la punizione». Nel segnalare nei giorni scorsi il presunto «affioramento di liquidi in terreni posti oltre la strada provinciale a valle della discarica dismessa della società d'ambito», Butticè aveva argomentato: «È quasi impossibile che si tratti di acque piovane, data l'afa e la siccità del periodo. Anche perché in contrada Martino non sono arrivati i temporali estivi che alcune settimane fa hanno interessato altre zone, pur se limitrofe a questa». L'imprenditore, invece, aveva puntato l'indice sulla supposta «grande quantità di percolato che si è accumulato ai piedi della discarica». Il timore espresso da Butticè è «che i liquami possano non solo affiorare sui terreni, ma anche scorrere superficialmente per riversarsi nel torrente Gallo d'oro e immettersi poi nel fiume Platani e penetrare nelle falde acquifere».