CALTANISSETTA. Se un suo collega ha scelto la via del rito abbreviato per lo scandalo del cemento, lui ha preferito passare per l’istruttoria dibattimentale. È un tecnico della Calcestruzzi finito al centro di un dossier sul cosiddetto cemento impoverito che ha preso le mosse dall’inchiesta madre. Quella che, in passato, ha coinvolto, tra gli altri, gli ex vertici della holding bergamasca. In questo nuovo troncone, poi, in due sono rimasti implicati. Ma le loro strade si sono scisse per via della scelta processuale. E tra loro un tecnologo della «Calcestruzzi spa», un cinquantaduenne, Mario D. (assistito dall'avvocato Maria Donata Licata) pure lui – come un suo collega di Mazzarino - tirato in ballo dalla Procura nissena per un ampio ventaglio di contestazioni in concorso con un esponente della famiglia mafiosa di Riesi e in passato responsabile dell’impianto di Gela, l’ex amministratore delegato del colosso bergamasco, l’allora direttore di zona per la Sicilia e la Campania e un capo area riesino in Sicilia. Tutti già giudicati ad eccezione degli ultimi due tecnici.