CALTANISSETTA. Verifiche a tappeto per tutti i depuratori esistenti in provincia. Gli accertamenti volti a stabilire il corretto funzionamento degli impianti destinati allo smaltimento delle acque reflue sono stati disposti dalla Procura nell'ambito di una inchiesta partita dopo un esposto di alcuni residenti del quartiere San Luca. L'inchiesta è condotta dalla sezione Pg Ambiente e Sanità e dai carabinieri del Noe (nucleo operativo ecologico) che hanno acquisito documentazione in vari uffici. Dalle battute iniziali delle indagini pare stiano emergendo irregolarità soprattutto per quel che riguarda il funzionamento di questi quasi tutti ormai vecchi e inadeguati alle esigenze di centri piccoli e grandi. Le loro potenzialità vengono sfruttate solo al trenta per cento. In pratica non ce la fanno più a smaltire le grandi quantità di acque reflue che vengono convogliate nelle fogne cittadine anche perchè si tratta di impianti "pensati" per utenze più contenute numericamente. Basti pensare al depuratore (prima comunale, oggi consortile) di contrada "Cammarella" poco oltre il quartiere San Luca dove convergono gli scarichi anche di San Cataldo. A risentirne è la funzionalità e, come spesso accade, quando l'impianto per motivi tecnici si ferma sono guai. Lo sanno benissimo i residenti di San Luca dove l'aria in lunghi periodi dell'anno è irrespirabile e costretti a respirare i miasmi maleodoranti originati dal funzionamento a scartamento ridotto di tutto il complesso. In estate quando la calura suggerirebbe di tenere aperti balconi e finestre per far circolare l'aria a San Luca gli abitanti sono costretti a barricarsi in casa pur di non respirare quei cattivi odori. Proprio da loro sono partiti gli esposti che hanno originato l'apertura di una inchiesta esteso adesso a quasi tutti i comuni del Nisseno ad eccezione di Gela e Niscemi dove la competenza è di un'altra procura.