CALTANISSETTA. Nel segno della continuità. Perché rimarrà nello stesso Palazzo di giustizia, come egli stesso ha ricordato, «salendo di due piani». Domani a mezzogiorno, infatti, il procuratore capo Sergio Lari dopo sette anni e mezzo di reggenza degli uffici giudiziari del quarto piano, va a ricoprire l’incarico di procuratore generale. Firmerà davanti al presidente della corte d’Appello, Salvatore Cardinale che interverrà, tra gli altri, con il presidente dell’ordine degli avvocati Pierluigi Zoda. «Sarà una cerimonia di commiato e contemporaneamente d’insediamento» ha spiegato lo stesso neo procuratore generale. Sì nel segno della continuità. «In qualche misura sì - ha osservato in tal senso Lari - perché ad ottobre dovremmo iniziare il processo d’appello per l’abbreviato sulla strage di Capaci, da qui a sei mesi si chiuderanno i processi ordinari per la strage di Capaci e via d’Amelio e comunque tutti i processi più importanti che saranno celebrati in primo grado poi li tratteremo in appello... abbiamo anche processi di mafia di notevole spessore. È una corte d’appello, la nostra, che per quanto di frontiera, per quanto con organici striminziti affronta processi che da un punto di vista qualitativo sono di primissimo livello». Poi lo stesso Lari ha ricordato come «vi sia una realtà mafiosa molto articolata e complessa, abbiano Cosa nostra e Stidda, realtà mafiose diversificate tra le province di Enna o Niscemi, Gela e Vallone... anche sul versante delle misure di prevenzione vi è una produzione molto attiva e poi la corte d’Appello di Caltanissetta si occupa anche di reati commessi da minori e la procura per i minori nissena è la numero uno in Italia per quanto riguarda reati di mafia commessi da minorenni, tutto questo convergerà in appello dinanzi la procura generale».