SERRADIFALCO. È corsa contro il tempo per evitare la rovina della chiesa Madre, dopo i «dissesti statici nei muri perimetrali e nelle capriate della copertura sovrastante la cupola», resi noti dall'arciprete Giovanni Galante più di un mese fa. E per questo chiusa al culto a fine giugno. Progettisti, impresa e maestranze lavorano il più in fretta possibile per evitare il verificarsi di due eventi. Ognuno dei quali potrebbe avere effetti catastrofici sulla chiesa intitolata al protettore di Serradifalco, san Leonardo. Il primo rischio che, secondo uno dei due direttori dei lavori, l'ingegnere Salvatore Vancheri (l'altro è l'architetto Sergio Lattuca), incomberebbe sulla chiesa «è il crollo delle capriate». Una delle quali, quella che si affaccia sul presbiterio della chiesa, avrebbe già subito «un vistoso movimento roto-traslativo». Il secondo rischio, sempre secondo l'ingegnere Vancheri, sarebbe invece rappresentato «dalle infiltrazioni di acqua nella cupola, in caso di pioggia». Che la stagione autunnale, prossima ad arrivare, potrebbe portare con se. Ognuno degli eventi che si intende scongiurare, «oltre alla rovina architettonica della chiesa, provocherebbe danni artistici notevoli agli affreschi e all'altare irreparabili». Prima di approntare i rimedi necessari ad evitare il collasso del tetto sopra l'altare della chiesa, spiega ancora l'ingegnere Salvatore Vancheri, «è stato deciso di impiantare una notevole opera di puntellamento, in corrispondenza dei 4 lati delle pareti esterne, a supporto della copertura».