CALTANISSETTA. “Un altro imprenditore del nisseno, dopo aver denunciato il pizzo riparte con la propria attività commerciale grazie all’aiuto ricevuto dall’associazione antiracket di Gela”. Ad affermalo è stato questa mattina - nel corso di una conferenza stampa - il presidente dell’associazione di Gela, Renzo Caponetti.
La vittima, titolare di una ricevitoria, ha subito il pizzo per 5 anni. Poi la svolta, la decisione di denunciare i suoi aguzzini che a tre anni dall’inizio del processo sono stati tutti condannati in via definitiva. Fra loro anche una donna, madre dei due estorsori.
Una storia di usura trasformatasi in racket. Oggi, il commerciante in questione, dopo aver ottenuto una provvisionale del 70 per cento per il danno subito, ha incassato dal fondo antiracket tutto ciò che gli spettava. “Non perdono i miei estorsori”, ha dichiarato telefonicamente il commerciante che ha preferito mantenere l’anonimato. “Il pizzo – ha dichiarato Caponetti – seppur in maniera diversa rispetto agli anni bui di Gela, qualcuno continua a pagarlo. Ad imporlo sono sia uomini di Cosa nostra che appartenenti alla microcriminalità. Noi però continuiamo a dire alle vittime che denunciare conviene”.
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