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Caltanissetta, a Gibil Habib si progetta lo "sciopero" della Tasi

Ieri l’assemblea dei residenti delle undici contrade dove potrebbe andare in scena la prima forma di disobbedienza, civile e tributaria, contro la giunta

CALTANISSETTA. «Se il Comune non è in grado di erogare i servizi, noi non pagheremo la Tasi». A Gibil Habib periferia dimenticata del capoluogo dove risiedono stabilmente ottocento famiglie potrebbe andare in scena la prima forma di disobbedienza (civile e tributaria) contro l'amministrazione comunale alla quale, a breve, arriverà la diffida del comitato di zona che raggruppa ben undici contrade. Cosa chiedono i residenti? Semplicemente il rifacimento di una strada che attraversa l'intera zona ridotta in condizioni disastrose. In tutto tre chilometri dal bivio di via Salvatore Averna al sito archeologico di Gibil Habib. Il rifacimento era stato inserito nel piano triennale delle opere pubbliche ai tempi della giunta Mancuso, poi ribadito durante la giunta Abbate, poi inspiegabilmente sparita. Non pagando la Tasi l'equivalente andrebbe a finire in apposito conto corrente bancario al quale attingere per rifare l'arteria.

Il Comune ha tempo fino al 16 dicembre prossimo data entro cui dovrà essere versato il tributo che significa letteralmente tassa sui servizi indivisibili. La pazienza dei residenti di questa zona è finita e l'orientamento di non pagare il tributo (assieme ad altre iniziative) è emerso nettamente nell'affollata assemblea di sabato sera al Feudo Musta con il direttivo al gran completo (Totò Pecoraro, Lillo Defraia, Lillo Miraglia, Silverio Giordano assente il presidente Salvatore Pistis per motivi familiari) allargato ai consiglieri Salvatore Granata e Alberto Nesci. Presente il coordinatore dei comitati di quartiere Carmelo Bosco, esponenti di Prestianni assenti il sindaco e il consigliere comunale Carlo Campione.

 

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