CALTANISSETTA. Nell’occhio del ciclone, per il sospetto scandalo del «minorile», v’è anche un altro figlio della ex direttrice dell’istituto penale di via Turati. E fra i tre indagati, che vanno ad aggiungersi ai cinque arrestati, vi sono pure i vertici di due associazione e di un centro formativo.
I provvedimenti restrittivi cautelari, con il beneficio dei domiciliari, hanno interessato l’adesso direttrice del «Beccaria» di Milano, Alfonsa Maria Antonietta Micciché, la figlia, Federica Fiorenza (assistite dagli avvocati Raffaele Palermo, Emanuele Limuti e Robert Ranieli), il suo fidanzato, Emiliano Maria Longo (difeso dall’avvocato Danilo Tipo) che ieri dinanzi il gip s’è avvalso della facoltà di non rispondere, Giuseppe Focaccio (difeso dall’avvocato Carlo Petitto) e Gaetana Rosaria Migali (assistita dall’avvocato Armodio Migali) rispettivamente presidente e dipendente della Onlus di Catanzaro, l’«Araba fenice».
A loro, ma nelle veste di indagati a piede libero, si sono affiancati altri tre nomi. A cominciare da Fabrizio Fiorenza, figlio di Alfonsa Micciché, Salvatore D’Antoni legale rappresentante del Centro servizi formativi Enaip e William Daniele Antonio Di Noto amministratore unico della società cooperativa sociale «Iopervoiperio» onlus.
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