GELA. Avevano deciso di avviare una piantagione di marijuana a Gela, camuffandola con una coltivazione di pomodori. Con un investimento da 10 mila euro avrebbero guadagnato due milioni di euro. Sono questi i primi risvolti dell' operazione «Redivivi», con dotta dalla Squadra Mobile di Caltanissetta, diretta da Marzia Giustolisi, e dal commissariato di Polizia di Gela, del dirigente Francesco Marino, che martedì mattina ha permesso al Gip del tribunale di Caltanissetta, Marcello Testaquadra, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, di emettere 22 ordinanze di custodia cautelari, 18 in carcere e 4 agli arresti domiciliari. La consorteria mafiosa gelese, retta da Vincenzo Trubia, secondo gli inquirenti, aveva deciso di investire il dieci per cento dei proventi del monopolio dello stoccaggio della plastica e dell' imposizione della guardiania alle aziende agricole, sia in nuove piantagioni di marijuana che in attività commerciali. Avevano pensato anche di avviare un bar. L'obiettivo era diventare fornitori diretti del mercato della marijuana che, però, non doveva essere rivenduta in città. Forse, l' obiettivo era di spacciarla tra i comuni del vallone.