CALTANISSETTA. Alla fine anche Tommaso Virga, il quarto dei giudici del tribunale di Palermo indagati dalla procura di Caltanissetta nell'inchiesta che ha coinvolto magistrati e amministratori di beni giudiziaria, ha gettato la spugna.
E, come avevano fatto i suoi colleghi, ha deciso di chiedere al Csm il trasferimento ad altra sede, nel suo caso, alla Corte d'appello di Roma. E' più che probabile che la sua istanza sia accolta con un sì, perché in questo modo Palazzo dei marescialli otterrebbe il risultato pratico di aver spinto tutte le toghe coinvolte in quell' inchiesta a lasciare Palermo.
La scelta di Virga - accusato a Caltanissetta di induzione indebita - non è avvenuta per caso: serve a evitare un trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale, che rappresenta una "macchia" nella carriera di un magistrato.
Il rischio - nato con l'apertura della relativa procedura da parte della Prima Commissione nei confronti di tutti i magistrati indagati - si era fatto concreto dopo che i consiglieri avevano ritenuto insufficiente per l'archiviazione del caso la richiesta di Virga di essere destinato temporaneamente al tribunale di Catania , nell'ambito del piano di applicazioni straordinarie deciso dal governo per dare una mano agli uffici giudiziari più gravati dalle richieste di asilo dei migranti.
La pronuncia formale ci sarà mercoledì prossimo, ma la Commissione è già orientata a dire di sì, così come ha già fatto nei confronti dei giudici Fabio Licata e Lorenzo Chiaramonte. Se tutto andrà come previsto, al tribunale di Palermo non resterà nessuno dei giudici indagati, considerato che Silvana Saguto, l'ex presidente delle Misure di prevenzione , è già sospesa dalle funzioni e dallo stipendio. Destinato invece a rimanere al suo posto, l'unico pm coinvolto nell'indagine, il sostituto della Dda Dario Scaletta. La sua difesa ha convinto la Commissione che ha chiesto per lui l'archiviazione.
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