CALTANISSETTA. L’ultimo passaggio in aula, il terzo, segna la caduta di tutte le accuse a carico di un imprenditore. Che è finito sotto processo per una serie di reati di cui, secondo la tesi accusatoria, si sarebbe macchiato nei confronti della sua ex moglie. E se per l’ipotesi di stalking era stato assolto, per minacce e ingiurie alla sua ex, invece, no.
È stata poi la Cassazione a rimettere tutto in discussione. Ma adesso il trentottenne imprenditore agricolo Rosario Gentle (difeso dall’avvocato Gianluca Amico) è uscito indenne da tutte le imputazioni che erano rimaste in piedi nei suoi confronti. Perché come suggerito dalla Suprema Corte parte sono finite nel vuoto, altre ancora sono passate per il proscioglimento.
Mentre lo stesso, nel precedente procedimento - prima del colpo di spugna degli «ermellini» - era stato riconosciuto colpevole di minacce e ingiurie a carico della ex moglie M.C. (assistita dall’avvocato Nuccio Sollami). Ancor prima si era scrollato di dosso l’imputazione di atti persecutori, per la quale ne era uscito con un verdetto di non colpevolezza. Ora nel nuovo procedimento che ne è derivato, su rinvio della stessa Cassazione, il presunto marito molesto s’è liberato di tutte le contestazioni che pendevano su lui e che la Suprema Corte aveva azzerato. Per minacce è stato assolto, mentre per ingiurie, sempre rivolte ala donna, è arrivato il proscioglimento perché la querela sarebbe stata presentata in ritardo.
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