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Agricoltore ucciso a Santa Caterina, chiesto un ergastolo

CALTANISSETTA. Carcere a vita per il sospetto "parente serpente". Lo ha chiesto ieri l'accusa nei confronti di un caterinese che per questioni di interessi avrebbe commissionato l'uccisione dello zio. E lui, il sessantunenne Calogero Lo Monaco (difeso dagli avvocati Danilo Tipo e Vanessa Di Gloria) ieri in aula, da dentro la gabbia, ha ascoltato in silenzio la requisitoria del sostituto pg Lucia Brescia che, alla fine, ha chiesto la conferma del verdetto di primo grado. Quello che nel gennaio dello scorso anno lo ha riconosciuto colpevole per il delitto dello zio, l’agricoltore, pure lui di Santa Caterina, Giuseppe Di Martino assassinato a colpi di spranga la notte tra il 7 e l'8 dicembre di ventuno anni fa.

Non ha avuto tentennamenti l’accusa - ripercorrendo la vicenda - a chiedere alla corte d’Assise d’Appello presieduta da Maria Giovanna Romeo (consigliere relatore Aldo De Negri) la conferma del carcere a vita per il presunto mandante del delitto dello zio. Alla cui base vi sarebbero stati problemi legati a una eredità dei nonni.
Ad uccidere l’agricoltore sarebbe stato un giovane di Villarosa, Orlando Messina, che poi a sua volta è stato assassinato in una lite in famiglia per mano del suocero. Al presunto autore del massacro - questa è la tesi della magistratura - Lo Monaco avrebbe raccontato che lo zio aveva ucciso suo padre. Così da indurlo ad agire per vendetta.

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