GELA. Un netto «stop» all'acquedotto fai da te, che i cittadini gelesi residenti nella zona balneare di Manfria stanno realizzando a spese proprie dopo 40 anni di inutile attesa, è giunto oggi dalla società italo-spagnola «Caltaqua», concessionaria dell'erogazione idrica per la provincia di Caltanissetta, che ribadisce di non avere mai rilasciato alcuna sub-concessione a terzi.
L'azienda terza sarebbe, nel caso specifico, la «Divina Acquedotti Srl» di Riesi che, in un'altra località rivierasca, «Piano Marina», ha già costruito in project financing, e ha iniziato a gestire (per 30 anni), la condotta primaria e secondaria del quartiere, i cui abitanti, riunitisi in consorzio hanno voluto con entusiasmo, sottoscrivendo un apposito protocollo d'intesa.
Amministrazione comunale di Gela e consorzio di «Piano Marina» hanno sempre detto di essere in possesso di tutte le autorizzazioni. Caltaqua smentisce sostenendo che per Piano Marina, in assenza di finanziamenti pubblici, aveva acconsentito
alla realizzazione privata della rete ma non alla sua gestione.
Per Manfria, invece, «sono previsti investimenti da realizzare con fondi pubblici per circa 12 milioni di euro, che - scrive in una sua nota l'azienda italo-spagnola - riguardano il completamento della rete idrica, della rete fognaria e il progetto del collettore di adduzione dei reflui», che non possono andare perduti. Progetti, questi, che sono bloccati dal 2008 per problemi di esproprio delle aree.
Ma i residenti di Manfria non ne voglio sapere. Sollecitano l'acqua da decenni e se la pubblica amministrazione non è in grado di erogargliela,
allora chiedono di potere fare in proprio la rete idrica e di non essere ostacolati.
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