RIESI. In aula il silenzio è surreale, entra la Corte e dopo la formula di rito echeggia il verdetto: condanna all’ergastolo per omicidio aggravato. È stato inflitto a Stefano Di Francesco per avere ucciso il figlio Piero, imprenditore di Riesi.
La vedova e il fratello della vittima, uno accanto all’altro, si stringono in un forte abbraccio tra le lacrime. Tra i banchi, in aula, i parenti più stretti dell’imputato guadagnano l’uscita mentre da dietro qualcuno - familiari della vedova - non ha parole tenere nei loro confronti. Sono attimi di tensione. Intensi ma brevi. Ma tutto si chiude li. Anche perché la presenza dei carabinieri, in aula e nei corridoi, è folta.
«Fine pena mai» per l’imprenditore edile sessantaseienne di Riesi, Stefano Di Francesco, che ieri per sua scelta non ha voluto assiste alla lettura del dispositivo. La corte d’Assise presieduta da Mario Amato (consigliere il giudice Valentina Amenta), così come chiesto pm Roberto Condorelli e dalle parti civili, lo ha giudicato colpevole di avere ucciso il figlio. Il trentunenne Piero Di Francesco trovato carbonizzato la mattina del 9 gennaio 2012 dentro una vecchia auto all’interno dell’area aziendale.
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