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Mafia ed omicidi a San Cataldo, chieste due condanne

SAN CATALDO. Ora come allora l' accusa ne chiede le condanne. Una per omicidio e mafia, l' altra soltanto per mafia. Così nel nuovo passaggio in aula per due degli imputati del processo «Nuovo mandamento». Il quarto procedimento a loro carico dopo l'annullamento in Cassazione.

Vent'anni di galera, così come nel primo appello, sono stati sollecitati a carico dell' imprenditore di pompe funebri Diego «Dino» Calì (difeso dall'avvocato Antonio Impellizzeri), mentre 4 anni e 8 mesi per il bracciante di Marianopoli, Salvatore Lombardo. Il primo è ritenuto il mandante del delitto del cugino. In particolare dell' uccisione di Salvatore Calì pure lui nel settore del "caro estinto" e assassinato da un killer solitario la sera del 27 dicembre di otto anni addietro. I suoi familiari (assistiti dall' avvocato Rosella Giannone) sono costituiti nella veste di parti civili.

Su Diego Calì anche l' accusa di associazione mafiosa. Imputazioni per la quali, insieme a quella di omicidio, nel precedente appello ha rimediato 20 anni di reclusione che poi la Cassazione ha annullato rinviando gli atti alla corte d' Assise d' Appello di Catania per un nuovo processo. Così come a carico dello stesso Lombardo, pure lui uscito colpevole nel secondo grado del giudizio e che ha beneficiato del colpo di spugna da parte della Suprema Corte che ha annullato, per lui, la pena a 4 anni e 8 mesi.

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