Caltanissetta

Mercoledì 09 Ottobre 2024

Caltanissetta ricorda il procuratore Costa a 36 anni dall'agguato mafioso

CALTANISSETTA. Il procuratore Gaetano Costa sarà ricordato, a 36 anni dall'agguato mafioso che lo uccise mentre tornava a casa, a Caltanissetta e a Palermo. A Caltanissetta, dove era stato a lungo magistrato, viene commemorato al palazzo di giustizia per iniziativa dell'Anm, l'associazione nazionale magistrati. La famiglia ha invece organizzato per domani, 6 agosto, a Palermo una messa nella chiesa di San Giovanni dei Napoletani alle 10 a cui seguirà alle 11,30 la deposizione di una corona nel luogo in cui Costa venne assassinato. Il delitto è rimasto impunito. Ma l'inchiesta ha sviluppato la tesi che collega l'agguato alla decisione del procuratore di firmare personalmente la convalida degli arresti di 55 esponenti del clan Spatola-Inzerillo-Gambino, fermati subito dopo l'uccisione del capitano dei carabinieri Emanuele Basile. Costa firmò di suo pugno il provvedimento perchè i suoi sostituti, tranne uno, si erano rifiutati di farlo. Quel gesto coraggioso era un nuovo tassello della strategia del procuratore, che era stato il primo a promuovere indagini sui rapporti bancari dei boss. Costa si era occupato anche degli appalti al Comune di Palermo, tra cui quello di sei scuole finito in mano a imprese collegate a Rosario Spatola. Di quell'appalto si era interessato anche il presidente della Regione, Piersanti Mattarella, che aveva mandato gli ispettori regionali in municipio. Il processo per l'uccisione del procuratore, che si è celebrato a Catania, si è concluso con l'assoluzione dell'unico imputato, Salvatore Inzerillo, accusato di avere fatto il «palo». Il boss suo omonimo avrebbe ordinato il delitto sia per rappresaglia contro la convalida degli arresti sia per affermare la propria forza militare attaccata dai corleonesi che poi lo uccisero nel 1981.

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